Quando si parla di Cannabis Light

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Il 13 marzo scorso il Corpo di Finanza della città di Vieste ha sequestrato presso uno shop locale 19 confezioni di Cannabis Light, denunciando il rivenditore per spaccio di sostanze stupefacenti.

il rivenditore di Cannabis Light si è visto ritirare un considerevole quantitativo di prodotto e ha ricevuto una denuncia nonostante abbia provveduto a mostrare tutte le dichiarazioni di conformità alla Guardia di Finanza.

Il verbale riporta le seguenti motivazioni:

 

 

 

 Ci troviamo evidentemente davanti ad una diversa interpretazione della legge n.242 che regola il business della cannabis industriale.

Nonostante la normativa c’è ancora molta confusione riguardo la sottile linea che separa la legalità dall’illegalità.

Cerchiamo di comprendere meglio la situazione andando ad approfondire le conoscenze riguardo il tipo di pianta, la legislatura italiana e i controlli.

Cose ‘è la canapa

 

La canapa è una pianta erbacea il cui nome scientifico è Cannabis Sativa e fa parte della famiglia delle Cannabaceae.

 

Dal un punto di vista botanico, la Canapa si presenta però in molte varietà e prevede tre tipologie erbacee: C. sativa, C. indica e C. ruderalis.

 

 

La pianta di Cannabis è una specie dioica, ovvero sviluppano l'organo riproduttivo maschile o quello femminile.

Dalle piante femminili si sviluppano i fiori da cui si formano le cime di marijuana, mentre da quelle maschili si ricavano i fiori che rilasciano il polline.

 Piante di cannabis femmina (a sinistra) e maschile (a destra)

 

Per la produzione di semi sono quindi necessarie almeno due piante di genere diverso e correnti d’aria che consentano ai grani di polline di raggiungere le infiorescenze femminili per la fertilizzazione e dunque la formazione di semi.

Ogni seme matura nel fiore della pianta femmina in 3-8 settimane ed è proprio in questa fase di maturazione che viene prodotto il THC escreto attraverso i tricomi (sottili escrescenze simili a peli) in materiale resinoso e, una volta conclusa la fase, la resina non viene più prodotta.

Alcune tecniche di coltivazione sono finalizzate ad ottenere infiorescenze non fecondate.

Ciò si ottiene eliminando le piante di genere maschile dalla coltivazione, impedendo la fertilizzazione delle piante femminili.

Queste, al posto dei semi, continuano a produrre infiorescenze che si arricchiscono di resina aumentando le percentuali di principio attivo, incrementando dunque anche il quantitativo totale di THC nella pianta.

Tuttavia, questa specie vegetale può comportarsi in modo anomalo.

                                                                                                                  .

In determinate situazioni, le piante di sesso femminile possono diventare ermafrodite, il che significa che una sola pianta può sviluppare sia gli organi riproduttivi maschili che quelli femminili.

Ciò avviene in condizioni di forte stress, quando la pianta teme per la sua sopravvivenza. In questi casi, si formano entrambi gli organi che, autoimpollinandosi, producono i semi, salvaguardando così la discendenza.

 

  

I cannabinoidi

I cannabinoidi sono i principi attivi contenuti nella pianta di cannabis e il delta-9-tetraidrocannabinolo, meglio conosciuto come THC, è uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis.

Il THC è un composto stupefacente, con proprietà antidolorifiche, euforizzante, antinausea, antiemetiche, anticinetosico, stimolante l’appetito, che abbassa la pressione endoculare, ed in certi soggetti può abbassare l’aggressività.

 

Nella famiglia dei cannabinoidi, oltre il THC, sono considerati importanti altri principi attivi come:

• il cannabidiolo (CBD) che ha di per sé un’azione psicoattiva limitata, ma può reagire con il THC e modificarne il suo effetto, specialmente in forma più sedativa (effetto molto ricercato da chi compra la marijuana light per essere fumata).

• il cannabinolo (CBN) deriva dalla ossidazione del THC e si trova in quantità crescenti nel tempo, nei prodotti di cannabis, man mano che questi invecchiano.

Nel fiore di cannabis la presenza dei cannabinoidi predominanti è rappresentata dalle seguenti percentuali:

THC (60%) seguito dal CBD (30%) e il CBN (8%).

 

Poiché il THC si converte continuamente in CBN, e allo stesso tempo viene costantemente prodotto dal CBD, è importante raccogliere in un momento in cui la percentuale di THC presente sia la maggiore possibile.

 

 

 

 

La potenza dei prodotti di cannabis è determinata dal loro tenore in delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e varia notevolmente a seconda del Paese di provenienza e in base alle varietà genetiche.

 

La legislazione in Italia

In Italia, il DPR 309/90 e s.m.i., Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, in applicazione delle convenzioni internazionali in materia di sostanze stupefacenti o psicotrope, disciplina il controllo che deve essere esercitato su tutte le sostanze e i preparati indicati dalle convenzioni ed elenca, nelle cinque tabelle allegate, tutte le sostanze sottoposte a controllo internazionale e nazionale.

Riguardo la cannabis e i suoi principi attivi, nella tabella I devono essere indicati le sostanze ottenute per sintesi o semisintesi che siano riconducibili per struttura chimica o per effetto farmaco-tossicologico al tetraidrocannabinolo, mentre nella tabella II devono essere indicati la cannabis e i prodotti da essa contenuti. 

Ai sensi dell’articolo 26 del T.U.(modificato nel 2014), è vietata la coltivazione delle piante comprese nella tabella I e II, ad eccezione della canapa coltivata esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali consentiti dalla normativa europea.

 

 Ecco quindi arrivati nel 2016 che con la legge n. 242 reca le norme per il sostegno e la promozione della coltivazione e della filiera della canapa (Cannabis sativa L.) quale coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura.

La presente legge si applica alle coltivazioni di canapa delle varietà ammessi iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, le quali non rientrano nell’ambito di applicazione del testo unico del DPR 309/90.

L’ammissione al catalogo è valida sino alla fine del decimo anno civile successivo a quello dell’iscrizione e la coltivazione delle varietà di canapa iscritte è consentita senza necessità di autorizzazione.

Nel catalogo 2018 l’Unione Europea ha inserito 63 varietà della Cannabis Sativa L.

Il coltivatore ha l’obbligo della conservazione dei cartellini della sementa acquistata per un periodo non inferiore ai dodici mesi, ha altresì l’obbligo di conservare le fatture di acquisto della semente per il periodo previsto dalla normativa vigente.

Le superfici utilizzate per la produzione di canapa sono ammissibili solo se le varietà coltivate hanno un tenore di tetraidrocannabinolo non superiore allo 0,2%.

Tale contenuto in principio attivo è stato considerato insufficiente a dare effetti psicotropi significativi sul sistema nervoso centrale.

La coltivazione della canapa per uso industriale è definita da Regolamenti europei che prevedono esclusivamente l’impiego di sementi certificate

Qualora all’esito del controllo il contenuto complessivo di THC delle coltivazioni risulti superiore allo 0,2% ed entro il limite dello 0,6%, nessuna responsabilità è posta a carico dell’agricoltore che ha rispettato le prescrizioni di legge.

 

Controlli

 

Il Corpo forestale dello Stato è autorizzato a effettuare i necessari controlli, compresi i prelevamenti e le analisi di laboratorio, sulle coltivazioni di canapa, fatto salvo ogni altro tipo di controllo da parte degli organi di polizia giudiziaria eseguito su segnalazione e nel corso dello svolgimento di attività giudiziarie. 

I controlli sono a campione secondo la percentuale annua prevista dalla vigente normativa europea e il campione di controllo per i controlli in loco effettuati annualmente riguarda almeno il 30% delle superfici dichiarate per la produzione di canapa.

L'autorità competente conserva i dati relativi al tenore di THC e comprendono, per ogni varietà, almeno il tenore di THC riscontrato in ogni campione espresso in percentuale con due decimali, il procedimento utilizzato, il numero di prove eseguite, il momento del prelievo del campione e le misure adottate a livello nazionale

 

Ai fini dell'esecuzione dei controlli necessari, le colture di canapa sono mantenute in condizioni normali di crescita, secondo le pratiche locali, per almeno 10 giorni dalla fine della fioritura.

Gli Stati membri possono tuttavia autorizzare la raccolta della canapa nel periodo compreso tra l'inizio della fioritura e il decimo giorno successivo alla fine della medesima, purché gli ispettori indichino, per ogni parcella interessata, le parti rappresentative che devono continuare a essere coltivate a fini di ispezione nei 10 giorni successivi alla fine della fioritura.

 

Campo di applicazione dei controlli

Il metodo stabilito dalla direttiva dell’Unione europea serve a determinare il tenore di THC delle varietà di canapa (Cannabis sativa L.).

Il metodo si basa sulla determinazione quantitativa per cromatografia in fase gassosa (GC) del THC dopo estrazione con un solvente adatto

Esistono due tipi di procedure che vengono attuate a seconda dei casi

Procedura A: i campioni rappresentano il 30% delle superfici per la produzione di canapa.

Procedura B: quando uno Stato membro introduce un sistema di autorizzazione preventiva per la coltivazione della canapa, il livello minimo dei controlli in loco può essere ridotto al 20 % delle superfici dichiarate per la produzione di canapa

Se la media di tutti i campioni di una data varietà risulta superiore al tenore di THC fissato dal regolamento (UE), nel corso dell'anno di domanda successivo gli Stati membri applicano a tale varietà la procedura B.

Tale procedura è applicata nel corso degli anni di domanda successivi a meno che tutti i risultati delle analisi della varietà in questione rivelino un tenore di THC inferiore a quello fissato

Se la media di tutti i campioni di una data varietà risulta per il secondo anno consecutivo superiore al tenore di THC fissato dal regolamento (UE), lo Stato membro comunica alla Commissione la richiesta di autorizzazione per vietare la commercializzazione di tale varietà. 

   

 

Campioni

 

Il prelievo deve essere effettuato di giorno, secondo un percorso sistematico in modo che il campione raccolto sia rappresentativo della particella, esclusi i bordi.

Nel caso di una varietà dioica, occorre prelevare solo le piante femminili.

Dimensioni del campione

Procedura A: il campione è costituito dai prelievi effettuati su 50 piante per particella.

Procedura B: il campione è costituito dai prelievi effettuati su 200 piante per particella. 

Ogni campione viene posto, in modo da evitare che venga schiacciato, in un sacco di tela o di carta e successivamente è inviato al laboratorio di analisi.

 

Lo Stato membro può disporre che venga raccolto un secondo campione per effettuare un'eventuale controanalisi e che esso venga conservato dal produttore o dall'organismo preposto all'analisi.

Risultati

I risultati sono espressi, al secondo decimale, in grammi di THC per 100 grammi di campione di analisi, essiccato sino a peso costante.

Tolleranza ammessa: 0,03 % in valore assoluto.

— Procedura A: il risultato corrisponde a una determinazione per campione di analisi, tuttavia, se il risultato ottenuto supera il limite previsto, si effettua una seconda determinazione per campione di analisi e il risultato sarà quello corrispondente alle media delle due determinazioni.

— Procedura B: il risultato corrisponde alla media di due determinazioni per campione di analisi.

 

Torniamo ai fatti di Vieste,il cavillo sta nella presenza sul mercato italiano di due tipologie di prodotto: la canapa italiana e quella di importazione, nello specifico parliamo di quella proveniente dalla Svizzera come quella posta sotto sequestro a Vieste.

La differenza tra questi due prodotti può essere valutata su più piani: per prima cosa la Cannabis Light prodotta in Svizzera è considerata nel settore di migliore qualità e per questo ha anche un prezzo di vendita leggermente più alto, in secondo luogo viene prodotta da sementi che in Italia non sono autorizzate (la legge Svizzera in quanto a livello di THC ha una tolleranza maggiore).

In pratica la legge non consente di piantare le sementi svizzere in Italia (in quanto il limite legale di THC per la coltivazione su territorio italiano è ancora a 0,2%) ma allo stesso tempo dichiara che i prodotti con un THC inferiore allo 0,6% sono tollerati dalla legge.

Quindi i produttori svizzeri e il commerciante hanno effettivamente rispettato le leggi italiane mettendo in commercio un prodotto al di sotto della tolleranza legale, mentre se avessero coltivato le sementi svizzere, dal quale sono derivate le stesse infiorescenze confiscate sul suolo italiano, sarebbero stati legalmente in fallo.

 

 

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