Piani di risanamento acustico

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La normativa nazionale obbliga le amministrazioni, in caso di evidente esubero dei valori di rumore registrati rispetto alla classe di destinazione d’uso, a predisporre un piano di risanamento acustico.

 

Quella dell’inquinamento acustico è sicuramente una delle tematiche che più incide nella valutazione della qualità della vita nelle città che si stanno sempre di più metropolizzando negli usi e nei costumi, nella vita sociale, nella vita di relazione e nei contesti urbani.

L’aspirazione ad una vita meno “rumorosa” è tra le richieste più pressanti della cittadinanza.

 

A una simile pressione occorre definire una risposta in termini di contromisure o comunque una importante riflessione che cerchi di contemperare la salute umana, la qualità dell’ambiente nella sua interezza e lo sviluppo.
A livello normativo questa risposta viene definita dai piani di risanamento acustico, pensati e concepiti come un involucro all’interno del quale si generano tutti quei provvedimenti, quei progetti, quelle strategie che, insieme a numerosi altri strumenti di programmazione e pianificazione territoriale, concorrono interattivamente a migliorare e a risanare in termini acustici le criticità ambientali rilevate.

D’altra parte i piani di risanamento acustico non possono essere pensati come esaurienti. Infatti sebbene in fase di predisposizione risultino rispondenti alle criticità di un’intera città, con il passare del tempo vanno adeguati alla città che cambia.
L’obiettivo primario dei piani di risanamento acustico è la definizione di interventi con la funzione di ridurre lo stato di inquinamento del territorio comunale, con particolare riferimento alle aree caratterizzate da maggiore criticità.